Quanto si possono abbassare i prezzi delle aste immobiliari?
Dietro queste procedure giudiziarie si celano tanti termini e situazioni che, per chi non è esperto, possono risultare difficili da comprendere. Con questo articolo cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sul ribasso d’asta.
Quando si parla di ribasso d’asta si sta parlando di una riduzione del prezzo di base dell’immobile che è stato sottoposto ad asta immobiliare. Il ribasso d’asta viene applicato nel momento in cui un’asta immobiliare si concluda deserta, ovvero nel momento in cui nessuno sia interessato all’acquisto dell’immobile. In quel caso il giudice stabilisce un ribasso d’asta per rendere più appetibile l’annuncio.
I ribassi d’asta diminuiscono così il prezzo di partenza anche se la legge ha previsto delle percentuali fisse che non possono essere superate, per non svalutare eccessivamente l’immobile. Questi parametri vengono stabiliti dal cosiddetto “Decreto Banche“ (d.l.59/2016).
In un annuncio di asta immobiliare troveremo tre importi:
- Prezzo base d’asta: l’importo di partenza stabilito dal Giudice coincidente ad un ipotetico valore stabilito da un consulente tecnico in base ad una perizia dell’immobile.
- Offerta minima: l’importo più basso che un possibile acquirente può proporre per aggiudicarsi l’immobile.
- Rialzo minimo: la somma minima in caso di rilancio che si può aggiungere all’ultima offerta.
Il prezzo base e l’offerta minima non sono mai uguali e non bisogna confonderli. Il primo solitamente è più alto del 25%, rappresenta la base d’asta che aumenta in base alle offerte.
L’offerta minima invece rappresenta la soglia minima da cui partire per poter fare un’offerta che non può essere inferiore ai 3⁄4 della base d’asta.
Come anticipato prima è possibile che ad alcune aste immobiliari non si presenti nessuno, in questo caso si parla di asta deserta.
Quando l’asta va deserta il Tribunale fissa una nuova data e può modificare il prezzo di base della casa abbassandolo fino al 25% della base d’asta precedente.